Sei colonne sopra cinque archi. Se non avesse mantenuto almeno la facciata originale, sarebbe quasi impossibile sospettare cosa fosse in passato il Museo delle Belle Arti di Tbilisi. Seguendo le direttive del governo georgiano, tutte le strutture pubbliche destinate alla divulgazione della cultura tendono oggi a valorizzare un'eredità nazionale alquanto idealizzata, passando volentieri sotto silenzio trascorsi forse compromettenti.
Dentro l’edificio neoclassico di via Gudiashvili 1 abbondano infatti icone, croci e gioielli in metalli preziosi, spesso salvati dalle chiese finite sotto mano turca, e fra i quali scintilla il veneratissimo pettorale della gloriosa regina Tamara; dei due più geniali e pericolosi studenti dell’ex seminario teologico, però, non c’è più traccia alcuna.